lunedì 30 dicembre 2013

Con le mani nella marmellata

Come articolo di fine anno avrei voluto proporre qualcosa di più speciale.
12 mesi fa, come articolo di fine 2012, avevo fatto un riepilogo dell'anno che era trascorso e su cosa avevo appreso o verificato. Ci furono delle promesse a me stesso che ho cercato di rispettare, magari però ne parlerò ad anno nuovo: in fin dei conti, il 2013 non è ancora finito.
Grande articolo quello di fine 2012: ogni tanto lo rileggo.

Ad ogni modo, contro ogni mia immaginazione viste le idee che avevo in mente, qui parlerò di una situazione che sfido qualsiasi maschio a non dire di essersi mai trovato: che succede in realtà quando una donna sembra 'strana'? Badiamo bene, non è che siano logiche nella normalità, ma quando un comportamento o attitudine cambia, cosa è veramente successo?

Tutto si divide in diverse fasi:


  • cambio di atteggiamento

è l'inizio delle turbative maschili. Il comportamento femminile cambia ed a noi non è dato sapere perché. Quando chiediamo lumi al riguardo si scatenano guerre furibonde. Oh intendiamoci: io una volta sono stato lasciato perché ho chiesto cosa non andava! Perché "se non ti fidi di me non possiamo continuare con questa storia". True Story.


  • drammi interiori

è la fase in cui noi maschietti ci facciamo mille domande al riguardo. Perché? Come? Quando? La richiesta di spiegazioni dalla parte femminile è sempre inutile se non dannosa, e genera solo altri litigi.


  • primi cedimenti

la donna, che è più vispa di noi in molti atteggiamenti, ammette di avere un problema. Ma ovviamente non sa quale sia. Non che se ne possa fare una colpa a lei! E' così perché tanto noi maschi non capiremmo ed ad ogni modo non sa neanche lei perché. Si sente giù, giustificherebbe un'incazzatura maschile abbastanza colorita, giustificherebbe anche decisioni scellerate. La donna sa di avere torto ma non sa offrire nessuna spiegazione se non un "hai ragione ma non so cos'ho".


  • crollo finale

è la fase in cui ogni timore si avvera. Sia che confessi che se dovesse essere colta sul fatto. C'era un motivo se lei stava male e tu lo sapevi, ma lei negava. Ora non nega più e ti racconta tutto come se lei fosse la vittima di tutto questo. Quando le fai notare dove sta dicendo minchiate (le donne si contraddicono sempre da sole) si possono solo giustificare con "non sapevo cosa stavo passando" e "non ci pensavo in quel momento". In realtà a questa segue un'altra fase, chiamata benzina sul fuoco, in cui la donna si giustifica con motivazioni ridicole, al limite della decenza umana. Che da' solo un senso, ancora maggiore, di rabbia.

Riassumendo, è inutile cercare giustificazioni dal comportamento femminile che è cambiato. Sappiate solo che avete ragione a pensare male. Non chiedete conferma, non ne avrete, ed avrete comunque avuto ragione. A voi decidere cosa farne.



venerdì 6 dicembre 2013

...e NON vissero insieme felici e contenti

Sono ormai moltissime le occasioni che vedo/sento/leggo affermazioni che vanno, scherzosamente ovvio, a contrastare il mito Disney del principe azzurro, in sella al suo cavallo bianco, con tutti sfarzi ed onori, faccia il grande onore alla donzella di turno di essere la sua sposa.

Analizziamo un po' la storia?

E' bello, ricco, potente. Non lo conosci. Però lo vuoi. Questo è amore?

Quello che è poco chiaro in questa storia, è che tutte le donne pensino che esista un principe azzurro, con tutte quelle qualità di cui non sono innamorate, che siano a disposizione per ognuna di loro. Beh...
Come favola vuole, il principe è uno e la prescelta è una. Quante altre donne avete visto nel cartone di turno? Tante vero? Ecco... Quel posto di privilegiata non è per tutte. Se il principe azzurro non esiste, o non esiste più, pensate anche al vostro ruolo. Magari anche voi fate parte del popolino.

E se ci fosse quell'uomo, che magari non è il principe azzurro, che possa trattarvi una principessa vera e propria voi non lo vorrete. Vorrete sempre e comunque qualcun'altro.





giovedì 21 novembre 2013

I miei primi 30 anni

E' un po' strano parlare di "primi", "novità" e "mai successo" quando si parla di un compleanno. Alla fine, quando si compie un certo numero di anni, per forza di cose sono i "primi".
Domani, 22 novembre, compirò 30 anni.

Quando avevo meno anni (o ero più giovane, o più piccolo, non so come articolare questo concetto) non sapevo come ci sarei arrivato. Avevo tanti pensieri al riguardo però: pensavo che sarebbero successe così tante cose che avrebbero stravolto la mia vita, cose che potevano rovinarla o migliorarla e altre cose che avrebbero lasciato un segno indelebile. Sicuramente sono successe tante cose negli ultimi anni, ma non mi sembra di aver avuto quella rivoluzione che mi aspettavo tempo addietro.

Andando a restringere le casistiche a quello di cui parliamo qui dentro, direi che... mi sono quasi rassegnato. Non di vivere eh! Ma ho visto che tanto sbattersi, tanto impegno, tante idee... non funziona niente se non sono le donne a volerle. Se sono loro a non volerle allora è tutto mostruosamente inutile. Quindi io continuerò a fare come ho fatto, bene o male, sperando che non sia inutile come in molti dei casi vissuti.
Questo mi pone anche di fronte ad un'altra considerazione: e se questa situazione non dovesse mai cambiare?
Finché avevo 18, 20, 22, 24 anni dicevo sempre che in fondo le cose potevano cambiare che ero ancora giovane. Ora non sono certo vecchio ma.. mi sembra tutto molto diverso. Si fa strada nella mia testa l'idea che potrei anche rimanere da solo.

Senza entrare nel merito di successi ed insuccessi, analizziamo meglio cosa mi sono perso e cosa invece è stato meglio che sia andato così.
Facciamo un bel paragone fra Single e Accompagnato, partendo da 0-0.

Fattore economico: fra cene, regali, spostamenti, viaggi, attenzioni... beh penso non ci sia bisogno di continuare. 1-0.
Fattore sociale: la sfida è passare le serate con una mia ipotetica donna invece che con amici vari per situazioni varie. Oppure di non uscire per niente per stare insieme alla mia lei. Oppure uscire insieme a lei ed ad altri amici. La sfida potrebbe anche volgere in parità o addirittura a favore della vita di coppia, ma la voglia di non fare un cazzo perché potrei essere stanco? Ditelo ad una donna. Ed in bocca al lupo. 2-0.
Fattore sessuale: sesso vero o fai-da-te. Dato per scontato che nel campo della masturbazione esistono due tipi di uomini (quelli che la praticano e quelli che mentono), nessuno smette anche se impegnato. Non essere soli però fa pendere abbastanza la bilancia: 2-1.
Fattore pianificazione: tutti i progetti fatti in compagnia sono belli. Finché non arriva lei a stravolgere tutto. O ti pianta in asso all'improvviso. Mentre i progetti fatti in singolo... Beh... 3-1.
Fattore colpo d'occhio: non sapevo come meglio definire questo fattore... presente quando si va in giro per una via o una piazza ed i single si voltano a guardare il culo di quella appena passata? Lo fanno i fidanzati? Si certo, con un rischio mortale... 4-1.
Soddisfazione personale: non è facile pensare ad una prospettiva in cui non c'è nessun'altro nella propria vita, correndo poi il rischio che questa situazione possa non cambiare mai. Senza parlare di come si viene visti da parenti / amici / mezzi conoscenti (i peggiori) e compagnia cantante. 4-2.

Alla luce di queste considerazioni... Significa che è meglio stare da soli. Io continuo in ogni caso a pensare di no.
Il problema è che se una ragazza arriva ad avere 28-30 anni senza una relazione, un motivo ci deve pur essere. E sicuramente non è perché fra tanta scelta ha preferito restare sola. Così come se io ci sono arrivato un motivo (o più di uno) c'è. E dubito che qualcosa possa essere fatto.





venerdì 1 novembre 2013

Ben sopra la solidarietà

E' una situazione fin troppo comune trovarsi a parlare con una ragazza. Giusto per scambiare due chiacchiere eh, non per forza con un secondo fine. Può offrire un punto di vista diverso in certi aspetti che fra uomini magari rimane non troppo diverso da come lo era dal principio.
Solo che le donne parlano anche fra loro. E ci mancherebbe eh! Lungi da me criticare questo.
Ma... quanto sono da una parte o dall'altra? Quanto supportano la parte maschile e quanto la femminile?
Quindi, di seguito, analizzeremo le risposte tipiche che una donna da' ad un maschio o ad una femmina secondo la stessa situazione.

Situazione: maschio tradisce femmina, dopo mesi di segnali ambigui da parte di lui.
Interazione: la ragazza parla con la femmina.
Che persona insensibile! Un vero esempio di inciviltà, ecco cosa succede a dare fiducia ad uno così! Povera stella, hai davvero trovato un cretino, ti capisco tanto! Gli uomini sono proprio tutti uguali, tutti porci!

Situazione: femmina tradisce maschio, dopo mesi di segnali ambigui da parte di lei.
Interazione: la ragazza parla con il maschio.
Vabbè fregatene, è andata. E poi scusa, se te ne eri accorto che si stava comportando in maniera strana, di cosa ti lamenti? Hai sbagliato tu a lasciare correre questa situazione. Se ha fatto quello che ha fatto, l'ha fatto perché le hai dato un motivo. E' colpa tua.


Situazione: dopo mesi di mezzi abboccamenti, lui manda all'aria tutto per andare con la prima che trova.
Interazione: la ragazza parla con la femmina.
Che irrispettoso! Prima fa credere di avere chissà quali sentimenti ed interessi e poi eccolo là a buttarsi appena trova qualcuno. Uno schifo proprio. Così ha fatto solo in modo di tenerti stretta a lui quando gli faceva comodo ed ecco che alla prima occasione si butta dove trova. Gli uomini sono proprio tutti uguali, tutti porci!

Situazione: dopo mesi di mezzi abboccamenti, lei manda all'aria tutto per andare con il primo che trova.
Interazione: la ragazza parla con il maschio.
Non è che sei tu che non hai capito qualcosa? Dovevi essere più chiaro. Ovvio che si sia comportata così, voleva più stabilità. E' colpa tua.


Situazione: lui lascia lei, di netto.
Interazione: la ragazza parla con la femmina.
Quello lì c'ha un'altra, di nascosto! Chissà da quanto porta avanti questa doppia tresca! Ma pensa te... Una stella come te che perdeva tempo con quello, vedrai che troverai di meglio, te lo meriti, chiusa una porta si apre un portone, non ti meritava! E poi sai, meglio sole! Gli uomini sono proprio tutti uguali, tutti porci!

Situazione: lei lascia lui, di netto.
Interazione: la ragazza parla con il maschio.
Non è che sia questo dramma... le storie finiscono. Si lasciano le coppie sposate figurati se non potevate lasciarvi voi. Perché se ti ha lasciato qualcosa hai combinato eh, non le davi quello che voleva. E' colpa tua.


Come vedete... è una guerra persa!




lunedì 7 ottobre 2013

Coerenzahahahahahahahahahahah

Quello che è facile, anzi, facilissimo, scoprire in una donna è la sua completa mancanza di coerenza.
Intendiamoci: non sto dicendo che una cosa che a loro piace il giorno dopo non piace più e dopo ancora torna a piacere. I gusti femminili, per quanto strani, sono gli stessi e variano di poco in base ai cambiamenti che possono accadere (tipo cambio di aspetto di qualcuno). Del resto una donna ha la sua verità, che trascende quello che è veramente vero.

No.
Sto parlando della coerenza che viene usata per liquidare qualcosa o qualcuno.
La capacità femminile di inventare scuse è qualcosa che va aldilà di ogni possibile comprensione maschile: il maschio è un'unità semplice, di intelligenza alta o bassa, dipende dal soggetto, ma comunque con dei binari abbastanza tracciati su una vita. La donna invece ha la capacità di valutare in una frazione di secondo se la situazione è a suo vantaggio e trovarne una scappatoia in maniera ancora più veloce.
A nulla valgono motivazioni e riflessioni, se una donna non vuole non te lo dice, te lo fa intuire con una sua classica patetica scusa. Le preferite sono "ho da fare" e "sono stanca", ma si possono tranquillamente estendere a più casistiche.

Quello che rimane coerente in una donna è proprio la sua totale mancanza di coerenza: in base alla situazione in cui si trova, una donna giudica la stessa situazione in un modo o in un altro, in base a come le torna più comodo. La donna sarà introversa, se le tornerà comodo esserlo, o estroversa, se vorrà essere vista così.
Tutto si lega al proprio tornaconto che le spinge a giustificare i propri "io non sono così", "non faccio queste cose", "non posso" blabla.
Se noi uomini vediamo le cose in poche maniere diverse, bianche o nero, per loro ci sono svariate tonalità. E anche se queste tonalità sono uguali, le possono vedere in maniera diversa.

Non che le cose vadano meglio quando chiedi un consiglio: noi siamo il male. Assoluto. Se è successo qualcosa, è colpa nostra. Ed in ogni caso, è inutile tirare avanti il discorso, è andata, bisogna metterci una pietra sopra. Se invece succede qualcosa ad una donna... allora non è più possibile contenerle. Solidarietà femminile? Certo. Ma lì non è più il caso di mettere una pietra sopra... se non direttamente SOPRA il malcapitato.

Riassumendo, se una donna ha una scusa pronta per te non è detto che sia avversa a certe cose. La colpa è tua. E' a te che è avversa. Puoi stare pur tranquillo che c'è qualcuno che lei aspetta per cui la scusa non vale: sei tu a non piacerle abbastanza.

L'ho già scritto in un altro articolo, ma ricordate che è inutile cercare di contraddire una donna. Basta aspettare. Prima o poi lo farà da sola.


venerdì 13 settembre 2013

"Vado a X per Y mesi"

Visto che dovremmo anche parlare di un po' di attualità, non me ne voglia l'autore (che comunque cito tranquillamente e riporto il link al suo testo) ma ho letto una bella riflessione sulla nuova baggianata femminista (perché essere femminista significa tutto tranne che combattere per la parità di trattamento fra maschi e donne) dello status su Facebook "Vado a X per Y mesi".
In pratica, le donne mettono uno status del genere con X che rappresenta un posto e Y un numero.
Per esempio, "Vado a Loa Angeles per 10 mesi". Tutto questo.. Per sensibilizzare la ricerca contro il cancro al seno. Si, non è un'assurdità. O meglio, è un'assurdità, ma è veramente questo il fine che vogliono raggiungere.

Vi rimando all'articolo, buona lettura!

http://tagli.me/2013/09/13/vado-a-x-per-y-mesi-cosa-pensa-il-maschio-medio-di-fronte-allennesima-baggianata/


lunedì 9 settembre 2013

Come le donne cambiano con l'età

Sempre in base a quanto visto negli anni, ho visto anche come le donne cambiano il loro modo di agire e comportarsi in base all'età che hanno. Non significa che si discostino molto dal loro essere o dai loro pensieri, ma solo che dei comportamenti ed idee siano più accentuati in certe fasi della vita.

14-18 anni
A questa età, le donne pensano di avere una maturità superiore a quella che hanno.
Si muovo in gruppi di almeno 3 persone cercando di sopravvivere così alle intemperie.
Iniziano a mostrarsi più attente alle attenzioni che hanno ed hanno una regola che non infrangerebbero per nessuna ragione al mondo: devono essere apprezzate dalle loro simili. Non è assolutamente possibile che comprano un capo di abbigliamento che piace a loro senza che possa piacere al resto del loro branco, che facciano qualcosa fuori dal consono e che dimostrino attenzioni che non sono condivise. Inoltre, è assolutamente vitale per loro evitare qualsiasi contatto umano con qualcuno non di gradimento alle altre. Potrebbe essere suo fratello: se non piace alle altre non sarà possibile vedere la ragazza in questione, non sola, in compagnia di qualcuno non gradito. Quello che era normale avere intorno solo un mese prima, sarà completamente ignorato al compimento dei 14 anni.
Complice la corsa a piacere ed a mostrare il proprio corpo che sta cambiando, osano abbigliamenti sempre più succinti.
Sono deboli ed emotivamente fragili, piangono per un non-nulla ed esprimono sentimenti improbabili conditi da atteggiamenti e metodo di comunicazione assurdi ("TVUKDB", "TI AMOOOOO SCEEEE", ...) cercando di apparire sempre meglio di come siano. Non che non ci possa essere qualcuna più matura della media, ma sicuramente, se questo non è di gradimento al resto del gruppo, non possono darlo a vedere.
Cominciano a frequentare con meno disinteresse l'altro sesso, e le prime storie che non siano i primi bacetti iniziano a questa età. Sono poche le storie che da questa età durano per molto tempo.

18-22 anni
A questa età, le donne pensano di avere una maturità superiore a quella che hanno.
I loro gruppi rimangono intatti anche se iniziano a muoversi senza problemi anche in gruppi da 2. Questo per supporto in ogni pensiero, giusto o meno, che una possa avere.
Iniziano a sentirsi più adatte a cose più sofisticate, come andare a fare l'aperitivo prima di cena o iniziare a bere lunghi cocktail, che riconoscono essere buoni solo se maledettamente dolci.
E' qui che iniziano a "pugnalarsi" facendo le amiche di gran cuore quando sono di fronte e acerrime nemiche alle loro spalle. Ed è sempre a questa fascia di età che pensano di poter redimere gli anni d'adolescenza frequentando persone diverse e rinnegando la storiella che magari è andata avanti per anni. Chi si impegna in questa età in genere porta avanti per diverso tempo la propria relazione. Se sia per vero impegno o perché temono in altre ripercussioni, non ci è dato di sapere.
In questa fascia di età, in una pausa fra una storia e l'altra, la loro autostima è così bassa che si aggrappano a qualsiasi salvagente che mostri un vago interesse per potersi sentire più apprezzate. Ovviamente, in puro stile femminile, questo salvagente verrà abbandonato senza problemi al momento di raggiungere la terra ferma. Ed avranno ragione loro eh, non ho detto che pensano di essere più mature?

22-26 anni
A questa età, le donne pensano di avere una maturità superiore a quella che hanno.
L'astio che mostrano fra loro è sconfinato, al limite dell'impossibile, ovviamente senza farne parola fra loro stesse. Si odiano mortalmente fino ad andare in qualche locale insieme senza far trasparire niente.
La loro autostima è alta per qualsiasi cosa facciano: questo non significa che non saranno pronte a sfruttare ogni occasione per poi abbandonare tutto al momento dell'occasione migliore, ma fare leva su una qualsivoglia debolezza diventa più difficile in quanto vogliono far credere di non averne.
Le ragazze che si sono fidanzate nella fascia precedente e hanno raggiunta questa fascia, possono pensare di portare avanti ancora la propria relazione. Chi invece non ce l'ha fatta, inizia a comportarsi da donna navigata maledicendo ogni uomo possibile che ovviamente è uguale ad ogni altro uomo abbiano conosciuto. Tranne che quello che piace a loro eh: lui sarà perfetto. Fino a quando non lo sarà più e quindi saranno tutti uguali. Il metro di giudizio femminile cresce e si evolve in questo momento della vita.

26-30 anni
A questa età, le donne pensano di avere una maturità superiore a quella che hanno.
Si comportano da donne navigate, che sanno cosa sia la vita, cosa vogliono e cosa sono destinate a fare. Le ragazze impegnate a questa età o hanno già figli ed un matrimonio alle spalle oppure sono in procinto di farlo, o di divorziare. Quelle invece non impegnate si considerano di alto borgo ed inavvicinabili. Nel loro branco brindano al loro status di single e promettono fra loro di rimanerlo per essere sempre insieme, ma ognuna sogna di pugnalare le altre trovando, per prima, chi le accompagna.
L'alto rango raggiunto le impone a paragonarsi a grandi dive della TV ed elogiarsi per qualsiasi cosa sia anche solo minimamente a portata di mano, vivono grandi passioni pensando di avere meno anni di quelli che hanno anche se, come detto, pensano di essere più mature mentalmente.

30-34 anni
A questa età, le donne pensano di avere una maturità superiore a quella che hanno.
La paura di non trovare un qualcuno che sia al loro fianco è così forte che incombe la sindrome della fotomodella: sempre impossibile da arrivare, ma alla fine la paura di non trovare mai più nessuno di proprio genio cresce e si adattano a qualcosa di incompleto per loro. L'alto borgo raggiunto le porta a fumare sigarette sempre più strette (oppure quelle elettroniche, fa molto 'donna di classe') e a vedersi mentore nei confronti del genere maschile, che è pieno di elementi inqualificabili, e del genere femminile, forse anche peggiore di quello maschile. Diventa dura compiacere una donna di questa età, se è compiaciuta è perché la sindrome ha colpito clamorosamente.

Per gli anni a venire... aspetterò di averli anche io...



mercoledì 28 agosto 2013

Tutta invidia

Che intorno a noi ci siano situazioni che vanno molto bene è indubbio. Che ci siano coppie felici, da poco o tanto tempo, è anch'esso senza possibilità di mettere in discussione. Ma questo cosa c'entra con noi? In realtà nulla. Il problema è che tante situazioni felici, comparate con i fallimenti, generano malumore.

Che la soluzione sia augurare il male? Assolutamente no. Se una qualsiasi coppia davanti a noi dovesse scoppiare, quale sarebbe il beneficio per chi invece non ha una relazione? Più possibilità di scegliere nella rosa di opzioni? No, non lo sarà mai.
Siamo sempre un po' invidiosi di quello che vediamo, non perché vorremmo la donna che è impegnata in quella relazione, ma perché un pochino di felicità in una relazione la vorremmo anche noi.

Nel caso poi di un interesse non condiviso, vedendo il nostro oggetto del desiderio impegnato e felice, questa invidia cresce. Cresce perché vorremmo averla avuta noi. Questo significa che il nostro approccio sia stato sbagliato? Che non siamo giusti o che a conti fatti la preferenza era verso qualcun'altro? Ci si fanno sempre mille pensieri su cosa non è andato bene o cosa poteva andare meglio.

Ma alla fine, se la donna deve scegliere fra più opzioni, sceglierà quella che le piace di più. Con buona pace di chi pensa di stupire con bei gesti, sorprese e quant'altro. Non serve a niente pensare che avendo fatto qualcosa in maniera diversa qualcosa di diverso poteva succedere. Per questo tanto vale non avere più rimorsi o invidia quando si vedere una ragazza a cui si è interessati in compagnia di un altro. Anche se, alla fine, farà sempre male.

mercoledì 13 febbraio 2013

14 febbraio, versione 2013

Anche con quest'anno non avrò occasione di passare San Valentino con qualcuna. Beh... si fa quel che si può...
L'unica consolazione è la quantità di moneta risparmiata. Che però spenderò con la mia ragazza di 'scorta': miss birra.

Per celebrare però allego delle immagini prese da 9gag che rallegrano abbastanza questa situazione:






lunedì 4 febbraio 2013

Che sia colpa mia?

Parlando con qualche amico e amica del mio blog, ne sono nate piacevoli discussioni in cui sono venuti fuori vari argomenti e motivazioni. La mia linea è quella di non voler fare il sapientone ma solo di aver analizzato vari comportamenti e descritto cosa in realtà hanno significato. O che abbia visto accadere.

Il punto che più volte è emerso è: "ma non è che allora che è colpa tua?" riferito a me. Intendiamoci bene: si, è colpa mia. Non ho mai detto di essere perfetto in ogni decisione e comportamento e valutazione.

E' stata colpa mia quando, guidato dai sentimenti, mi sono fidato di quello che mi veniva detto. Le azioni significavano ben altro e, a livello mentale, sapevo che era un errore aver iniziato quello che c'era, averlo continuato ed averlo trascinato quando era chiaro che non sarebbe potuto continuare.

E' stata colpa mia quando ho pensato che un gesto, un bel gesto, sarebbe servito non dico a entrare nelle grazie di una ragazza, non dico di diventare una possibile scelta, ma almeno essere degno di un rifiuto vero. E non "non ho tempo ora".

E' stata colpa mia quando ho trascinato una ragazza in ogni evento ed uscita avessi organizzato, nella speranza di poter farmi conoscere e vedere se magari sarei potuto interessarle. Ah, e per chi pensa "ma dovevi chiederle di uscire da solo": secondo voi, perché ormai ci parliamo a malappena?

E' stata colpa mia quando, visto che si chiacchierava in maniera piacevole, pensavo che prendere un caffè insieme potesse essere un buon proseguimento. Ma non avevo fatto i conti col fatto che a lei non piacesse uscire. Non piacesse uscire con me, sia chiaro.

E' stata colpa mia quando le ho rivolto la parola: povera, si è offesa! Ero troppo oppressivo! Mica avevo l'aspetto di quell'altro...

Proprio quello è il fatto. E' colpa mia perché qualsiasi cosa faccia non va e non andrà mai bene. Perché alla fine la cosa importante è piacere al primo colpo e se non piaccio abbastanza alla ragazza con cui sto provando allora è inutile. E' colpa mia se non le piaccio abbastanza. Ma non c'è molto che posso farci.


venerdì 18 gennaio 2013

True story: Miss angoscia

Mi riallaccio alle 'avventure' di anno scorso per parlare della ragazza con cui mi vedevo orribilmente insieme.
Per signorilità (ed evitare denunce) non scriverò il suo nome, ma mi riferirò a lei come V.P..

Un giorno conobbi la ragazza del mio vicino di casa. Donna 35enne, già figli alle spalle. Fin qui niente di strano.
Un po' di tempo dopo, ribeccandola, mi fa: "sai ho pensato a te quando una mia amica mi ha chiesto se c'era qualche ragazzo serio di questa zona per lei". Io ovviamente ho premuto abbastaznza su questo punto, visto che volevo vedere come fosse. L'inconveniente è che la ragazza del mio vicino già abitava lontano - un'oretta di macchina abbondante da dove abito io, la sua amica abitava ad un'altra ora di distanza. E non verso una direzione diversa, così che facendo un'altra strada sarebbe bastata un'oretta e mezzo. Proprio dalla parte opposta. Due ore abbondanti di macchina.

Alla fine riuscimmo a combinare per vederci in una cittadina a metà strada in riva al lago. Non che mi spaventino le relazioni a distanza: quella che mi coinvolse di più emotivamente era proprio con una ragazza lontana a me e non avevo ancora la macchina, quindi almeno un tentativo ero felicissimo di farlo.
A prima occhiata... non era bellissima. Oh, non avevo di che lamentarmi, forse lei poteva avere un giudizio anche peggiore, però mi importava relativamente. Volevo vedere che tipo di ragazza fosse.
Me la presentarono come una ragazza timida ed introversa. E lì ho capito che probabilmente i termini "timida" ed "introversa" cambiano di significato in quella zona. Mai zitta. Sempre cose inutili. Sempre rivangare discorsi già finiti.
Eravamo in 4: io e lei con il mio vicino e la sua ragazza. La ragazza del mio vicino continuava a spingere il discorso per farci avvicinare. Ciononostante, fu una giornata molto scialba.
Serata finita con cena dove prima diceva che non aveva problemi a mangiare TUTTO il menù, per poi ordinare una quantita di cibo che forse anche io avrei avuto difficoltà a finire e lasciare quasi tutto sul tavolo dicendo "penso che sia il caso che inizi a mangiare meno, sai, voglio dimagrire un po'".
Ok... E' dura scriverlo, anche abbastanza grottesco da leggerlo, ma questo è esattamente ciò che successe.
Quello che poi mi aveva colpito in negativo era l'inutilità di molte parole: capisco l'imbarazzo, capisco il voler fare impressione... ma santo cielo! Non puoi parlare a vanvera e, gesticolando in maniera veramente assurda, dire "Ma sai, io soH toscHana, foH le battHuHe!" e posso garantire che quelle lettere aspirate non sono un'esagerazione.

Accossentii a vederci di nuovo. Potevo sbagliarmi, no? Poteva andare meglio fossimo stati da soli. Peggio non poteva andare!

Povero scemo.

Secondo appuntamento, appena parcheggiato, convenevoli, presa la via del lago, già speravo di tornare a casa presto. In un discorso in cui parlavamo di lavoro, descrivendo una situazione in cui ero abbastanza agevolato:
IO: "Bah sai, con la storia che un progetto è mio lo gestisco come preferisco"
V.P.: "Ah quindi lavori quando ti pare?"
IO: "No... voglio dire che tecnicamente l'ultima parola è mia, e per tenermi buono qualcuno mi lecca un po' i piedi così da far..."
V.P.: "Ah.. No no! Io mai! Io queste cose non le faccio!" (gesticolando come l'avesse morsa un serprente)
IO: "No.. voglio dire che mi assecond..."
V.P.: "Io sono così sul lavoro, foH il mio e striscia e nessuna rottura!"
Il resto non me lo ricordo, avevo disconnesso il cervello. Era una tortura.

Da lì, altri argomenti in cui dico una cosa e ne capisce un'altra, per non dimenticare anche quando mi raccontò di un suo collega che si fece avanti con lei:
V.P.: "Gli dissi: 'No no caro mio! Non mi interessi! Aria che non ti voglio intorno!'"
IO: "Beh... hai fatto bene... però forse un tono più cort..."
V.P.: "E lui lì insisteva e le amiche mi dicevano che mi ero comportata male! Ma che dovevo fare?"
IO: "Sicuramente dovevi dirgli che non ti interess..."
V.P.: "E non mi freghi no! Io il ragazzo con cui esco lo voglio come dico io!" (sempre gestiscolando ad ogni parola, muovendo le mani durante i "no" come se avesse preso la scossa)

Dopo questi shock, finì la giornata. Al terzo incontro mi ero promesso di chiudere tutto. Devo dire che pensavo peggio.
V.P.: "Io sto bene con te..."
IO: "Ehm... in realtà io non sono convinto... non riesco a vedermi in coppia con te..."
V.P.: "Ma... ci siamo visti poche volte..."
IO: "E' che non mi convince per niente questa storia... non me la sento di portarla avanti... e piuttosto che arrivare al punto di fare danni, meglio chiudere ora, prima che magari entrino i sentimenti di mezzo"
V.P.: "Beh.. è giusto..."

Ci siamo risentiti al telefono una volta da quel pomeriggio, da lì niente più. Né per il mio compleanno. Né per le feste. Ma non mi manca.
L'ho già detto: la combinazione io+lei mi faceva inorridire. Mi spiace, molto. Perché non sono io in genere a chiudere le relazioni, se non messo davanti all'evidenza o all'impossibilità mostrata dall'altra parte di andare avanti. E so come si è sentita. Ma mi angosciava averla intorno. E lo dico io, che so di essere abbastanza pressante per ciò che mi interessa.

La mia teoria sulla donna che presenta un'amica con scopi più profondi di un'amicizia è che deve piazzare la peggiore amica che ha (ci farò un articolo su questo argomento). E anche quella volta andò così.


mercoledì 16 gennaio 2013

Ringraziamento dovuto

Avendo un articolo pronto (una nuova True story) volevo rileggerlo per vedere se sistemare qualcosa o meno. Poi ho pensato di vedere le statistiche del blog.

Con mio sommo, sommissimo stupore, ho trovato diverse visite provenire dal forum di everyeye.it. Per chi non lo sapesse, everyeye è un sito in cui si parla di giochi, anime, cinema e chi più ne ha più ne metta.
Il link da cui provenivano le visite era questo: http://forum.everyeye.it/invision/index.php?/topic/619776-genoloveline-quarta-stagione/page__st__5430.

Sono andato a vedere e ho potuto notare che i ragazzi (perché scommetto che saranno tutti più giovani di me) stavano parlando di disavventure e carpire segnali dal comportamento femminile. Non ho letto approfonditamente. Ad un certo punto, l'utente RENT-A-HERO ha commentato un post precedente citando la somma verità dei fallimenti delle relazioni uomo-donna: la verità è che non le piaci abbastanza. Con tanto di link a questo blog.

Non so davvero che dire... Ammetto che la speranza che una propria creazione possa diventare conosciuta era una cosa che mi sarebbe piaciuta, ma sicuramente non mi aspettavo un palcoscenico abbastanza ampio come everyeye. Poi oh, parliamo di una citazione di un utente, non del TG1. Ma fa sempre molto, molto piacere.

E' per questo che ringrazio l'utente RENT-A-HERO. Ovviamente sei invitato, come tutti, ad intervenire sul blog così da poter espandere la nostra conoscenza nell'ambito femminile. Del resto io non sto istruendo nessuno o inventando niente: analizzo solamente quello che ho visto e vissuto, mettendoci del mio raccontando per filo e per segno episodi chiave. Quindi liberi di partecipare, raccontare e, perché no, smentire quanto detto e scritto.

giovedì 10 gennaio 2013

Balle spaziali

Siccome mi è piaciuto abbastanza parlare di me negli ultimi articoli, vi beccate anche un altro articolo in cui racconto il contesto e il significato di qualche bugia clamorosa detta negli ultimi mesi/anni. A voi!

"Ti ho cercato ieri sera" - difficile spiegare il contesto ma no, non mi hai cercato. Posso assicurartelo perché se mi avessi cercato mi avresti trovato visto che ero a 3 metri da te. Vuoi arrampicarti sugli specchi? Ottimo tentativo, peccato che sia fallito.

"Non è vero che non ci tengo a te" - devo anche spiegare? Punti di vista, puoi dire quello che preferisci, hai dimostrato ben altro e le tue giustificazioni ai tuoi gesti vanno assolutamente contro la tua dichiarazione di sentimenti nei miei confronti.

"Io sono una ragazza asociale" - perché uscire per prendere un caffè con una ragazza è... troppo complicato. Decisamente troppo. Specie quando lei si confessa ragazza non adatta allo stringere rapporti ed ad uscire. A meno che non sia con un suo amico. O un altro suo amico. O un altro suo amico. O un altro suo amico. O un altro suo amico...

"Mi aspettavo che saresti voluto uscire con me" - congratulazioni Sherlock! Da cosa puoi averlo intuito? Dal fatto che ti dico chiaramente che mi fa piacere che abbiamo organizzato una serata in compagnia di amici comuni? Che ovunque vado cerco di infilarti dentro? Che se sei impegnata in qualcosa che evita una di queste occasioni te la risolvo io? O dal fatto che... ti ho detto che sarei voluto uscire con te? Dal momento che la tua risposta non è stata "" ma un evadere dall'argomento presumo che la verità sia che non ti piaccio abbastanza.

"Non sei il mio tipo" - e che senso ha? Che tu hai un tipo con cui esci e basta? Quindi se uno solo dei 3 miliardi di uomini che ci sono sulla Terra ti piace e non ti vuole sarai casta e pura a vita? Che gli altri neanche meritano di essere considerati? Oh intendiamoci, non devono piacerti tutti ora, ma non usiamo la cara vecchia scusa, dimmi tranquillamente che ti aspetti di meglio.

"I ragazzi carini sono un po' stronzetti" - per rendere vera l'equazione basta che faccia lo stronzo anche io?

"Non sono un tipo di ragazza che fa queste cose" - no, non lo sei. Non con me. Il numerino meglio che lo prenda ora?

"Mi sento soffocata" - qui siamo all'assurdo. Se una ragazza si lamenta di non avere attenzioni, vorrà dire che forse le possa far piacere sapere di un vago interesse. Vago eh: parlo solo di aver scambiato due parole e offerto un caffè solo perché era lì a ordinare prima di me. Non è possibile che tutto questo sia soffocante. Che poi l'ho saputo da un altro che, ovviamente più attraente di me, è stato SOFFOCATO da lei la sera dopo per lamentarsi che nessuno la caga, che io sono soffocante, che stranamente (si certo...) si sente a suo agio a parlare con lui...

"Ho altre cose per la testa" - abbiamo un vincitore! La scusa numero 1 per rifiutare qualcuno. Cosa dovresti avere per la testa? Anche qui mille lamentele sulla propria stabilità relazionale (stabile a 0) e, se qualcuno si propone, hai altro per la testa. Ok, quello a proporsi sono stato io, quindi capisco che magari l'aspettativa era un po' più alta, ma "altre cose per la testa" non si può sentire...

"Mi ricorderò di quanto mi sei stato vicino" - che la memoria femminile sia ineccepibile siamo d'accordo. Ok, tendono a ricordare cose che non sono mai esistite, ma per quelle esistite non ci sono dubbi che se ne ricordano. Ma davvero, se io dedico del tempo a te, devo sperare che un giorno sarai lì per me? Ovviamente è capitato che io abbia fatto sentire la mia vicinanza in un momento difficile, ed è ovvio che finito il momento difficile è finito quello che c'era...

E qualcuna di queste situazioni finirà in qualche "True story" ora che ci sto ripensando. Ci sarebbe da ridere, ma visto che sono cose veramente accadute a me le mie risate si esauriscono molto presto...

PS: non c'entra niente con l'argomento femminile, ma vorrei citare un'altra mega balla che rientra nell'anno 2010: una cosa atomica!
"M. non rientra nel progetto" - mh, capisco che tu sia offeso e/o incazzato dalla mia decisione di non voler continuare a lavorare presso questo manicomio, e capisco che all'improvviso ci sia un vago astio nei miei confronti (poi semmai andrebbe chiarito il mio astio visto i soldi che non mi davi...), ma mi spieghi come sia possibile non rientrare in un progetto che... è mio? Che io ho fatto nascere? Che io ho portato avanti? Che solo io so come funziona e come replicarlo?
E mi spieghi come sia possibile non fare parte del progetto se passi i 3 mesi successivi a chiedermi di tornare?


lunedì 7 gennaio 2013

Le donne lo sanno

Ora che le feste sono passate (grazie bilancia), è tempo di valutare un altro aspetto femminile. Anzi, è proprio durante le feste (dopo aver fatto abbastanza il pagliaccio con l'ultimo articolo del 2012 Una nuova fine, un nuovo inizio) che mi è venuto in mente di cosa parlare.

L'immaginazione femminile è qualcosa di sconfinato. Così sconfinato che l'impossibile è reale nella loro mente. Per questo... inutile cercare di nascondere qualcosa da una donna. Sanno benissimo. Hanno subito intuito una situazione che era nascosta a tutti, con buon stupore mio. Possibile che sappiano? Sicuramente dal mio atteggiamento era possibile riconoscere un mio interesse. Ma per il resto?

Quello che non sapete / non volete sapere / non immaginate / non vi interessa è che la cosa era reciproca. Ben nascosta (e causa di miei dubbi che mi hanno fatto vacillare fino all'ultimo) ma c'era dell'altro. Ecco dove si giustifica la parte del troppo bello per essere vero.

Ad ogni modo, il motivo per cui noi maschi non siamo capaci a mentire è perché la donna ha già elaborato nella sua mente cosa possa essere successo. Almeno una decina di scenari possibili. Che non è detto che siano veramente successi, ma sicuramente si avvicineranno alla verità. E' pericolosissimo mentire ad una donna. Ed è un campo in cui loro dominano, quindi non proviamoci o facciamo reggere la storia, altrimenti sarà anche troppo facile lasciare loro un appiglio.